Francesco Aprile, I semi del linguaggio. Poetiche dell’origine in Emilio Villa e Francesco S. Dòdaro, in Le Reti di Dedalus, febbraio 2015
http://www.retididedalus.it/Archivi/2015/febbraio/PRIMO_PIANO/4_villa.htm
– Una non ovvia, affilata ricognizione critica che accosta e incrocia le traiettorie di due radicali esponenti dei linguaggi di sperimentazione del Novecento italiano. L’autore-artista lombardo morto nel 2003 e l’84enne poeta, narratore, autore verbo-visivo e teorico culturale barese, sono riguardati come i ricercatori ad oltranza di una poetica dell’origine che si esplica attraverso il movimento sonoro della parola. Se nel primo tale percorso è teso fra il vuoto di Mallarmé e la sonorità di Nietzsche, nel secondo esso si muove sulle coordinate Verlaine-Freud-Lacan. Da un lato l’originarietà, l’arcaico, il ‘genius’ si realizza in un operare autorale-amanuense che è appunto il raccordo con il mondo. Dall’altro lato, invece, questa sonorità appare legata all’intrauterino, al prenatale, e si ripresenta in anamnesi, in radice, come condizione di un ‘essere al mondo’ che denota l’immanenza dell’anima ancorandola alla ‘cosa’. –