_e nudi corpi

Arteciviltà

Rassegna artistica del gruppo “Nun te regghe più

Arte e civiltà è un gruppo proposto da Gianmario Lucini e Mario Rigli il 15 agosto 2011; si occupa di arte civile (poesia civile, pittura “civile”, ecc.), di quell’arte che parla del nostro tempo e del nostro mondo. Lo spazio è riservato soltanto al dissenso e alla critica o alla proposta alternativa. Il gruppo si collega e sostiene anche agli scopi civili e culturali del gruppo “Nun te regghe più”, costituitosi il 3 luglio 2011.

Nun te regghe più: Cittadini indignati che vogliono cambiare la politica con la forza del confronto, della partecipazione, della proposta, secondo le regole della convivenza democratica e nel pieno rispetto delle Leggi.

Per ArteCiviltà una rassegna di Poesia Civile


Francesco Aprile, poesia civile_ su Arteciviltà 2011-08-24

_e nudi corpi

ecco. ci siamo. la quasi totalità di questi errori. mi appartiene. indietreggiai_ piano. mentre altri intascavano vincite.
rubate al mio futuro.
mentre altri facevano l’amore.
coi loro privilegi parlamentari.
mentre altri soffrivano il vuoto.
dell’assenza sotto i piedi. come me.
la radio. che suonava jack on fire. l’urlo. lancinante dei gun club. le mani. stolte mani.
che oggi.
non servono più. per costruire un futuro.
che oggi.
abbondano. di masturbazioni sacerdotali.
che oggi.
curvano, soffocano, sgozzano. il respiro che le muove.
sangue. sangue. e nudi corpi. e ancora e allora. sangue. e ancora. le mani. mani
e nudi corpi. srotolati al vento. di processioni tumorali.
di vite. di cassonetti. di rifiuti. di lacrime. evaporate al fuoco. di cassonetti. di rifiuti. di respiri. tumorali. che tumorati chiudevano l’aria. nella stanza vuota del silenzio.
una lacrima di luna sul petto.
il battito deserto. di promesse vuote. di parlamentari incrociati. sui loro furti. rubati.
rubati. rubati. saccheggiati. saccheggiati_ da tutti. i nostri futuri.
mentre getto via le ore.
dietro proteste inutili. già vuote. di note senza spartito.
mentre getto via le ore.
dietro proteste sconfitte. prima di scendere in strada. in piazza. in seno alle immagini dei tg.
ma.
amo perdermi.
mentre le colline passano.
e sfumano al cielo rosso della battaglia.
amo perdermi.
mentre gli oceani s’infrangono.
sulle spiagge madide della protesta.
amo perdermi.
mentre i cieli cambiano.
e colorano gli occhi. lune vuote nel tempo.
mentre l’acciottolato si colora di fuoco.
di piazza del popolo diroccata. di futuri ammazzati. di fuoco. di sangue. di violenza. di rabbia. odio. paura. nebbia. odori. di lacrime. di mamme. di anni. di anni di sacrifici. per figli. cancellati dal tempo.
ma ora.
ridiamo che è meglio.
di quel cristo. sputato fra le tue gambe. vinto fra la musicalità del verso tondo delle tue cosce. di quel crocefisso. sbatacchiato fra i tuoi seni. nell’armonia dell’eccitamento.
ridiamo. che è meglio.
degli orgasmi trattenuti. dell’acqua sulle finestre. delle arance succose. come la vita che emani. delle bucce rugose. tonde morbide sulle tue mani. come guanti. avvolte sul tuo toccare il mondo. avvolte. sul tuo sentire. che ogni stagione ha il suo odore. regolato dal tempo.
ridiamo che è meglio.
di quei baci sbavati. sull’ultima goccia di quella notte. d’amore. di quel rossetto. sul bicchiere. delle nostre presenze desuete. marginali. casuali. coltivate. fra coperte di polvere. fra diramazioni pallide. d’immagini allo specchio.
ridiamo. che è meglio.
degli orgasmi centuplicati. delle carte per terra. dei nostri piedi. su pavimenti
editoriali. delle mele. mangiate dal verme. tribolato dei nostri fantasmi. delle fughe. arrampicate lungo la tua schiena. delle mie mani. conchiglie ossute nel tempo.
in compenso la giornata magra. come lei mentre si guardava allo specchio. magra. magrissima_ faceva il verso tondo sullo sfondo. della poesia. fra bandiere sul terrazzo. di tutte le nazionalità. che in un gesto di rabbia strappò via. tutte. che la poesia è la sola bandiera. dove vomitare scopare sputare.
in compenso la giornata magra. come il ventre piatto che le accarezzava il vento. baciandolo. fino a risalire ai seni. baciandolo ancora. fino a scendere. alle gambe. dove s’è fatta ancora. a gocce morbide accorciata_ la distanza cosmica. d’un treno di stelle appena partorite.
in compenso la giornata magra. succhiava nettare. dalle tue mani. dalle tue carni. dalle tue scelte. ora aride sabbie. calde di sole. dalle tue lune. disegnate lungo la tua schiena. disegnate sui palmi ciechi del tempo. ché baleno sulle tue mani. ché tenera lisca di cielo. oscurato d’inverno.
in compenso_ la giornata magra. tremava di luce. tremava d’amore. d’amore. d’amore. di una notte. di una volta. ché baleno il tempo sulla tua schiena. mezzaluna di cielo. oscurato d’inverno.

e mentre venivano cacciati picchiati massacrati_ gli uomini della rivoluzione. e
cacciavano gridavano protestavano. occupavano parlamenti presidenti monumenti_ delle loro voci mute. armatevi poeti. delle vostre parole.
e mentre venivano cacciati. picchiati massacrati. gli studenti e i loro futuri violentati. incatenati lacerati. cuciti addosso alla disperazione. armatevi poeti. delle vostre parole.
e mentre venivano cacciati. picchiati massacrati_ i giorni dei nostri futuri figli. si cantavano canzoni stanche. mute. di realtà sofferte. si cantavano canzoni. su spartiti stuprati_ su bianchi lenzuoli di neve. canzoni di pace. di guerre. di notti. di giorni. di occupazioni. di proteste. senza l_apostrofo rosa. fra le parole t_amo. ché ferito il vento. e smette di soffiare. armatevi poeti. delle vostre parole.
e mentre altri. decidevano delle vite. delle scelte future. delle nascite a venire. a noi. a noi. a noi. a noi non spettava niente. del nostro futuro.
e mentre altri. con in tasca i nostri soldi. e le auto blu. e l’immunità. e le puttane. e la droga. e i corrotti. e i viaggi. e gli alberghi. e tutto quanto. pagato con gli aborti. dei nostri giorni futuri, prossimi. cancellati. cancellati dalla mappa. dalla cartina stellata. offuscata. di cancro malata. delle generazioni a venire. oscurate. su tetri abissi. di comode poltrone parlamentari.

e mentre altri ci cancellavano. veniamo via. veniamo a noi. stretti fra stanche lamiere a motore. mortificate da inagibilità senile. eravamo io e te. quella sera. nel buio della notte. di una collina. eravamo io e te. quella sera. nel buio di un undici di maggio. e i sedili di un verde e viola. e gli sportelli. appiccicosi di nero. e due corpi sui sedili. e labbra. e occhi. e lo spavento per qualcosa fra gli alberi. il desiderio a muovere le foglie a contaminare di stelle gli sprechi dei nostri sguardi nervosi. la notte di quell’undici maggio. eravamo io e te. a sviscerarci mozziconi d’anima. lasciati in pegno al buio pesto di quella notte.

e mentre altri ci cancellavano. veniamo via. veniamo a noi. eravamo io e te. amore. nelle notti scavate dell’incertezza. nelle notti costruite. a misura di scalpello. cesellate. incatenate. eravamo io e te amore. quella notte in cima alla collina. a lasciare libere le emozioni. nel vuoto spazio prima dell’orizzonte. eravamo io te. amore. quella sera appesa. come grappolo. mentre un vigneto di nuvole. ricopriva i nostri corpi stanchi. assuefatti. e gli negava il cielo.

e mentre altri ci cancellavano. veniamo via. veniamo a noi. stesi. fra pareti di vento. io e te. amore. stesi. nel fumo di una sigaretta. io e te. amore. stesi. appesi ai riflessi dei nostri occhi. come fotografie alle pareti. come scorci di case. sugli angoli bruciati. di polaroid invecchiate. e mi dicevi che era bella la luna coperta dalle nuvole. e mi dicevi che erano tenere le timide stelle macchiate dal cielo scuro. e mi dicevi che era calmo il vento sulla nostra pelle. che era bello il fresco sulle nostre labbra. che era bello il buio sulla pelle chiara dei nostri corpi farinosi. che si sbriciolavano nudi nudi nudi sotto gli spari i fuochi gli odori della festa in piazza che stava per finire.

all’alba. le nostre mani. scoprivano tutto di noi.
inumidivano di rose i petali spogli delle nostre ferite.
il vuoto. l’assurdo vuoto di questo contesto. chiamato storia. la contemporaneità che non mi appartiene. esula. i miei sguardi e. sfiorirà la malinconia. di noi. fino a farci male. finiremo ancora. out. e tu mi racconterai. di quanto era bello perderci insieme. mentre le colline passano. e sfumano al rosso cielo della battaglia. e tu mi racconterai. di quanto era bello perderci. insieme. mentre le ore deragliano. mentre gli oceani s’infrangono. e palpita la vita. nel caldo petto di una nuova generazione. armatevi poeti. delle vostre parole.

(dicembre 2010 – gennaio 2011)


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